Matera è Patrimonio Mondiale Unesco dal 1993.
La città “moderna”, se così si può dire, introduce con le sue vie, palazzetti, negozi, ristoranti e comuni esercizi commerciali ad una realtà incantata che si affaccia, con tutta la sua maestà, al visitatore non appena inizia a percorrere una strada che sa di antico e conduce al Rione dei Sassi e al Canyon naturale di 70 metri, attraversato dal fiume Gravina.
Stradine, casette in tufo, grotte che hanno ospitato intere famiglie dedite alla vita rupestre, non più abitate, ma perfettamente conservate e oggi visitabili come musei aperti, evocano nel visitatore emozioni uniche, primordiali. Matera, nella zona dei Sassi, è un presepe vivente in cui l’insediamento abitativo s’innesta perfettamente con un paesaggio unico nel suo genere. Come spesso accade per i territori del Sud d’Italia, la terra di Matera restituisce tracce di vissuti antichissimi. Reperti rinvenuti risalgono al Paleolitico, al Neolitico, all’età del bronzo. Hanno amato queste terre anche i greci ed i romani. Nel VI sec. fu terra di conquista da parte dei Goti e successivamente dei Longobardi. Parliamo di reperti ritrovati perché nel IX e X sec. la città fu distrutta e ricostruita tre volte ed in queste rinascite nacquero tra l’altro numerose chiese rupestri, conventi e luoghi di culto. Nel XII e XIII sec. Matera fu governata rispettivamente dagli Angioini e dagli Aragonesi. Questi ultimi vendettero la città al conte Giancarlo Tramontano. La città dei Sassi fu anche capitale della Regia Udienza di Basilicata fino al 1806.
Molti registi si sono innamorati dei luoghi unici ed incantati della città dei Sassi. Sono tanti i cortometraggi ed i lungometraggi realizzati in questi lughi. Ricordiamo fra gli altri: “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini; “The Passion” di Mel Gibson; “The Nativity Story” di Catherine Hardwicke; “Ben Hur” di Timur Bekmambetov.
Cristina Palumbo
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