L’Italia è il terzo maggiore investitore in Africa, dopo Cina ed Emirati Arabi Uniti.
In cima alla lista delle imprese, che in un’ottica di partnerschip investono da tempo in Africa, troviamo gruppi multinazionali come ENI, SALINI IMPREGILO, FERROVIE DELLO STATO, FERRERO, ENEL, DIVELLA, solo per fare alcuni esempi.
Nel febbraio 2019, per la prima volta in assoluto, un Presidente della Repubblica italiana si è recato ufficialmente in Africa. Il Presidente Mattarella ha scelto l’Angola, Stato ormai indipendente da 43 anni.
In questa terra le imprese italiane hanno operato per decenni. Per esempio, per quanto riguarda l’ENI, fu Enrico Mattei a fondare l’Istituto per il petrolio nella città di Sùmbe.
Attualmente sussiste un’interdipendenza conclamata, non solo economica, tra l’area mediterranea e l’Africa sub-sahariana.
Per il nostro Presidente “l’Africa è il continente dell’oggi”.
Nel 2016 e nel 2017 il nostro Paese ha investito nel continente africano 11,6 miliardi di dollari e l’interscambio tra Africa e Italia, nel primo semestre del 2018 è cresciuto di 25 miliardi.
Secondo i dati dell’ultimo rapporto di Ernst &Young (EY), l’Italia nel 2016 è stato il primo Paese investitore europeo con 20 progetti del valore di 4 miliardi di dollari1.
L’Africa è un continente in gran parte inesplorato con circa il 65% di tutte le risorse naturali mondiali presenti nel suo territorio.
Una grande opportunità di interscambi economici con il continente nero è rappresentato dalle fonti energetiche e dal settore agroalimentare, visto che in Africa l’area agricola coltivabile non utilizzata rappresenta il 60% dell’intero territorio….Leggi tutto il report … © Riproduzione Riservata
Cristina Palumbo – Fondazione ALI
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