Il saggio dell’ingegner Alessandro Focaracci “Le grandi infrastrutture e la funzione strategica dei trafori alpini” (Marsilio edizioni, 2017) pone l’accento sulla necessità di realizzazione delle grandi opere infrastrutturali in Italia, senza nulla togliere alle necessità di manutenzione doverosa e necessaria delle strutture già realizzate. Nella prefazione al volume, l’ingegner Ercole Incalza, ricorda un’ affermazione di Camillo Benso conte di Cavour che paragona l’Italia più che ad una penisola ad un’isola. Circondata dal mare per tre quarti, ma di fatto “separata” dal resto d’Europa dall’arco alpino. Si comprende, così la “funzione strategica” che hanno occupato i trafori alpini come opere infrastrutturali nel nostro Paese. La fine dell’ottocento, temporalmente, è stato un periodo importantissimo per dare respiro e sfogo al transito di persone e merci oltre i confini nazionali. Si inaugurano, infatti, il traforo del Frejus ferroviario, quello del Sempione e quello del Brennero. Dai valichi attualmente in essere sono transitate, nel 2016, 209,4 milioni di tonnellate di merci di cui 70,4 su ferrovia.
Il collegamento dunque tra il Nord d’Europa e l’Italia, a sua volta ponte gettato nel Mediterraneo, non può prescindere da una incisiva “politica dei valichi”. Il libro di Focaracci accompagna il lettore nei suoi percorsi tecnici, ma soprattutto pone una questione politica. Non bisogna fermarsi. L’osmosi tra il nostro territorio sia a Nord che a Sud della penisola non può essere ostacolata. Occorre avere lo sguardo proiettato verso il futuro. Nonostante le vicissitudini politiche, pensiamo ai tanti governi a brevissima durata, non si può considerare la politica strategica legata alle infrastrutture come a qualcosa di contingente. Occorre una volontà politica che vada oltre le esigenze elettoralistiche dei vari partiti e movimenti che si avvicendano o si sono avvicendati nella storia istituzionale del paese. I valichi sono opere necessarie. Arterie da cui transitano persone, tradizioni, merci. Dove la comunicazione a vari livelli diventa magicamente possibile.
Cristina Palumbo
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