Le buone pratiche e il mondo dei non vedenti. L ’occhio bionico ormai è realtà.
Alzarsi ogni mattino come tutti gli altri, come i famigliari, gli amici, gli abitanti del tuo quartiere, della tua città, ma con una piccola grande differenza: non puoi vedere la luce ed i colori che appartengono alle cose e alle persone che tocchi, assapori, ami. E’ la condizione quotidiana con cui è abituato a confrontarsi il non vedente.
In Italia, alcune stime statistiche denunciano l’esistenza di almeno 400 mila non vedenti e più di un milione di ipovedenti sul territorio nazionale.
La tecnologia, specie hi-tech, è stata fondamentale, in questi anni, per il miglioramento della qualità della vita dei diversamente abili non vedenti ed ipovedenti.
Ci sono strutture tecnologiche che permettono di leggere libri, articoli, messaggi, posta elettronica e tanto altro ancora, solo utilizzando dei comandi vocali. Si possono stampare testi, individuare percorsi cittadini per spostarsi in autonomia, scaricando app create appositamente su smartphone appositi, dove il non vedente ed il vedente possono comunicare all’esterno senza differenze di carattere funzionale.
Riguardo a pratiche di buona amministrazione, nelle città italiane non si sono create ancora le condizioni ideali per consentire ai non vedenti l’autonomia negli spostamenti in piena sicurezza. Sono ancora pochi i tentativi riusciti di riqualificazione urbana per la rimozione delle barriere architettoniche esistenti. Tuttavia è giusto segnalare, ad esempio, il lavoro svolto dall’amministrazione comunale di Cosenza che, negli ultimi anni, ha creato decine di chilometri di percorsi tattili ad uso dei non vedenti. Questo comune del Sud, per questa realizzazione, è stato premiato come quello più virtuoso in Italia per le politiche a favore di queste categorie di cittadini.
La rivoluzione e la speranza in campo medico, invece, riguarda l’installazione del fotodiodo, un microchip elettronico, che viene posto al di sotto della retina irrimediabilmente compromessa da malattie di origine genetica. “Possiamo tranquillamente parlare di occhio bionico”, affermano i medici ricercatori del settore. Un organo in cui l’elemento naturale e quello tecnologico si fondono, abituando gradualmente il non vedente, sottoposto all’intervento chirurgico, a percepire la luce e le sagome delle persone che si trovano intorno al suo campo visivo. Il 20 gennaio 2018, in Italia, per la prima volta, si è operata con un intervento unico ed estremamente complesso, una donna di 50 anni, completamente non vedente da anni. L’equipe del San Raffaele di Milano ha eseguito l’operazione con esito positivo. Ora gradualmente la paziente sta imparando di nuovo a vedere, grazie alla determinazione e preparazione di eccellenti ricercatori, alla tenacia e bravura di medici molto motivati come il dott. Codenotti, a capo dell’equipe dei chirurghi coinvolti nell’intervento, e al dott. Resti. Il finanziamento del progetto scientifico in toto è stato possibile grazie alla generosità del gruppo Mediolanum.
Cristina Palumbo Crocco
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